PARAPUGLIA, IL PRIMO CENSIMENTO DEGLI IMMIGRATI PUGLIESI DEL III MILLENNIO.

Se l’emigrazione è uguale alla dispersione del seme, allora la Puglia è un preservativo rotto.
Altro che fuga dei cervelli. Qui è in ballo qualcosa di più denso e vitale.
Il residuo bio(socio)logico nato dalla nuova ondata migratoria pugliese costituisce una regione senza identità e confini precisi, frutto di una disseminazione che si chiama - per l’appunto - Parapuglia.

E noi parapugliesi?
Siamo Appulozoi di nuova generazione, vaghiamo per il mondo e non sappiamo d’esistere.
Anche perché nessuno - i media, le istituzioni - sembra accorgersi di questa diaspora di dimensioni epocali.

Parapuglia non risponde a una campanilistica richiesta di identità Taccocentrica. Nessuna nostalgia, nessuna strumentalizzazione. Questo blog vuole solo abbozzare un censimento degli immigrati pugliesi e creare le premesse per una rudimentale analisi sociologica del nuovo esodo pugliese.
Se mai riusciremo a ottenere un risultato significativo, saranno poi altri - persone fisiche e giuridiche - a fare interpretazioni e a trarre conclusioni.

Noi, per adesso, iniziamo a contarci.
Anche perché, finché non ci contiamo, continueremo a non contare nulla.


Spostata no.125

NOME E COGNOME: Angelica Palazzo DATA DI NASCITA: 19/11/1987 PAESE/CITTÀ PUGLIESE DI PROVENIENZA: Francavilla Fontana (BR) ATTUALE DOMICILIO: Milano DA QUANTI ANNI TI SEI SPOSTATO: 4 PROFESSIONE: Studentessa all'Università Cattolica del Sacro Cuore COMMENTI: Sono andata via dalla Puglia approfittando del fatto che avrei dovuto iniziare l'università e che sicuramente rimanendo giù non sarei cresciuta molto, non avrei fatto tante esperienze e conosciuto nuove situazioni. Mi sono laureata in tre anni e sono davvero felice di essere andata via, tutti (o quasi) i miei amici sono rimasti nel sud e quasi nessuno si è laureato in tempo, credo che sia colpa del sistema universitario retrogrado e poco efficace. In questo momento frequento la specialistica sempre a Milano e sono in Erasmus per imparare per bene l'inglese, la mia università da molte opportunità di crescita formativa e lavorative. Penso poco alla mia terra se non fosse per il fatto ché li vivono i miei genitori e ho ancora molti amici. Il distacco è stato doloroso ma ne è valsa la pena, non amo il nord, ma è l'unico posto in cui sono diventata una donna, in cui i miei diritti sono uguali a quelli di qualsiasi altro senza aver bisogno di raccomandazioni. Non credo che tornerò, almeno non per i prossimi 10 anni. Angelica.